A Praga per la salute e la bellezza

20 Marzo 2016

Per salute e per bellezza: il decollo del turismo medico

Specialisti altamente qualificati, personale che parla inglese, tedesco e spesso anche russo hanno spianato la strada a una rapida crescita del settore nella Repubblica Ceca.
Anche dall’Italia l’emorragia di pazienti verso l’estero comincia a farsi importante. Gli incassi dei medici italiani sono calati sempre di più dal 2008 a questa parte.

 di Edoardo Malvenuti
(articolo originale qui)

Castelli persi nei boschi, taverne, ori e bronzi del barocco praghese, ecco una manciata di ragioni per cui centinaia di migliaia di turisti ogni anno visitano la Repubblica Ceca. Ma sulla piazza c’è del nuovo, si chiama “medical tourism”. Un numero importante di stranieri che vanno e vengono dal Paese, un flusso che si irrobustisce sempre di più: è il turismo a scopo sanitario, di coloro che scelgono di trattenersi in Repubblica Ceca in media otto giorni per sottoporsi a trattamenti specialistici in cliniche attrezzate e all’avanguardia.
Stando a un recente studio britannico, che si occupa di classificare scelte e gradimento di chi si reca all’estero per cure e trattamenti, la Repubblica Ceca risulta la nuova meta più apprezzata dagli europei. Il 74% dei “turisti della salute”, giunti in Repubblica Ceca, ha dichiarato di essersi recato – per il momento – una sola volta nel Paese, mentre il 17% già conta diversi ingressi. Cifre importanti a testimoniare che il momentum di Boemia e Moravia come destinazioni per cure mediche d’alto livello potrebbe essere arrivato, e che tanti di quelli che hanno cominciato un ciclo di trattamenti torneranno più volte nei mesi a venire.

La congiuntura è favorevole: in un momento in cui la crisi attanaglia il Vecchio Continente e costringe tutti a far conti più accorti sia sulle spese essenziali che su quelle di piacere, sono sempre di più i cittadini inglesi, tedeschi, austriaci, russi e da ultimo anche italiani che organizzano un soggiorno a Praga, Brno o Zlín per potersi curare in cliniche private attrezzate alla ricezione degli stranieri.
Specialisti altamente qualificati, personale che parla inglese, tedesco e spesso anche russo hanno spianato la strada a una rapida crescita del settore.
«Siamo attrezzati alla ricezione di pazienti stranieri dal 2011, e solo un anno dopo sono ormai 4 o 5 i clienti che ogni settimana si rivolgono alla nostra clinica dall’estero» spiega Jitka Kellnerová, dottoressa alla SurGal Clinic di Brno specializzata in trattamenti di chirurgia plastica. E continua: «La maggior parte dei pazienti vengono da Regno Unito, Germania e Austria ma recentemente abbiamo iniziato una collaborazione con alcune agenzie italiane e ci aspettiamo presto arrivi anche da questo Paese».
Spesso a spingere gran parte dei pazienti sono le tariffe di gran lunga più snelle che quelle delle cliniche private dell’ovest europeo. Per alcuni trattamenti il risparmio arriva ad essere persino di 2500 euro.

Lo spostarsi per effettuare cicli di cure all’estero, in un Paese dove sono decisamente più economiche del proprio, non è né un fenomeno nuovo, né circoscrivibile al Vecchio continente. Ad esempio si stima che siano più di un milione e mezzo gli americani che ogni anno ricevono trattamenti medici fuori dai confini degli Stati Uniti. I dati più recenti riferiti al Regno Unito parlano di 60.000 inglesi ad avere intrapreso un viaggio per lo stesso motivo, con una tendenza in aumento di anno in anno.
Nel caso della Repubblica Ceca ad attirare un gran numero di pazienti è, oltre la professionalità del personale medico e paramedico, la modernità di strutture e attrezzature. Il sempre maggiore numero di turisti da clinica provenienti dall’estero ha convinto il ministero della Salute di Praga a lanciare una campagna di promozione in diversi Paesi e lingue europee. Si tratta di libretti snelli che illustrano le diverse specifiche di alcune strutture particolarmente qualificate. Ognuna ha la sua specializzazione, e prese nel loro insieme praticano ogni genere di trattamento.
Scorrendo i siti internet di alcune cliniche odontoiatriche, si incontrano lunghe e dettagliate liste di trattamenti. Così, ad esempio, si scopre che l’impianto di una capsula dentale in ceramica parte da un prezzo di 300 euro, mentre per una otturazione bastano 100 euro.

Si sa, la poltrona ma soprattutto la fattura del dentista fanno spesso tremare. Ma questa volta non i pazienti, ma i professionisti italiani. Colpa della concorrenza della Repubblica Ceca, o di altri Paesi dell’Est come Romania e Ungheria. L’emorragia di pazienti è importante, gli incassi dei medici italiani sono calati sempre di più dal 2008 a questa parte. E il “dolore” dei dentisti italiani è talmente acuto che diverse organizzazioni regionali degli odontotecnici hanno organizzato convegni e campagne per denunciare i rischi del turismo dentale. In particolare l’associazione marchigiana ha lanciato una curiosa campagna: “Vu Curà?”, in cui un volantino ritrae i ferri del dentista e paventa sciagure per chi decidesse di farsi curare durante una vacanza medica. Insomma, per i dentisti italiani il timore di vedere diradarsi i nomi sulla loro agenda è reale.

In Repubblica Ceca tuttavia la maggior parte delle cliniche private sono specializzate in interventi di chirurgia plastica: sono queste le più frequentate dai pendolari dell’estetica, in particolare per operazioni al viso e al seno. Ed sono proprio questo genere di interventi, tra tutti i trattamenti, il movente traino per i più: secondo lo studio inglese questo settore si prenderebbe una fetta del 60% del totale delle entrate totali legate al “medical tourism”.

Non solo i dentisti, in Italia, mettono in guardia sulla possibilità di interventi all’estero: «Tanto dipende dalla struttura e dalla formazione dei medici – spiega il dott. Pierluigi Santi, Direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia Plastica di Genova – ma il vero problema è un altro: in chirurgia estetica il 50% di un intervento è il postoperatorio, che implica la necessità, se necessario, di un pronto intervento». Difficile, se non impossibile, se la clinica a cui si è scelto di rivolgersi si trova all’estero. «In chirurgia estetica la medicazione è essenziale. Qualsiasi problema richiede di intervenire subito, anche un breve ritardo può pregiudicare la buna riuscita dell’intervento», continua il professore. E aggiunge: «Spesso queste cliniche pubblicizzano interventi senza possibili complicazioni, che in realtà esistono e di cui i pazienti devono essere a conoscenza». Detto questo, tutto sta nel sapere ponderare la professionalità della struttura a cui ci si rivolge.
Non sempre, tuttavia, si contatta una clinica all’estero per modificare curve o pieghe del corpo sgradite: molte sono le strutture che propongono trattamenti ad hoc contro l’obesità. Oppure percorsi terapeutici di lotta all’infertilità: dalla fecondazione in provetta, alla donazione di embrioni.

Da considerare, infine, è che l’affermazione del turismo medico come importante realtà della sanità ceca è incentivato dal gran numero di voli a basso costo che dalla maggior parte delle capitali europee raggiungono diversi aeroporti della Paese. Certo un incentivo, considerando che un volo prenotato con il dovuto anticipo può arrivare a costare meno di cento euro andata e ritorno sia da Milano che da Londra. Per quanto riguarda i tedeschi la frontiera è facilmente raggiungibile anche in macchina.
In definitiva il turismo medico, a pochi anni dalla sua “nascita” ufficiale è già una importante e redditizia realtà dell’economia. E dati alla mano, in tanti si augurano – non certo i professionisti in camice bianco di mezza Europa – che questo possa essere solo l’inizio.

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